In questo primo volume, il maestro tratta la "conoscenza del cavallo", indicando il nome e la descrizione delle parti esteriori del cavallo, con le loro bellezze e i loro difetti.
Degli occhi scrive:
"L' occhio è la più bella parte della
testa del cavallo, ed è pur quella non meno difficile che necessaria
a conoscersi.
L' occhio dev'essere chiaro, vivo e
ardito non troppo grosso né troppo piccolo , situato a filo e non in
fuori della testa. Un cavallo con occhi grossi, e che escangli dalla
testa ha comunemente l'aspetto tetro e stupido. Quelli poi che son
forniti di occhi troppo piccoli ed incavati (detti occhi porcini)
hanno lo sguardo tristo e spesso la vista cattiva.
Tali sono le generali osservazioni da
farsi in primo luogo sopra gli occhi; egli è d'uopo in appresso
esaminarli più minutamente: e per procedere con rigore e giudicarne
saviamente, dovremo, se il cavallo è in luogo oscuro, condurlo in
altro chiaro, e quindi osservare i suoi occhi l'un dopo l'altro,
tenendoci da uno de' lati e non rimpetto ad esso. Non dobbiamo
inoltre riguardarli al sole, anzi abbiasi la precauzione di porre la
mano sopra l'occhio stesso per scemare il gran chiaro ed impedire la
riflessione de' raggi .
Le due parti dell'occhio da conoscersi
essenzialmente, e da esaminarsi con maggior cura, sono la cornea
lucida e la pupilla.
La cornea lucida è la parte esterna
dell'occhio, e la pupilla la parte interna, o sia il suo fondo.
Dalla esatta considerazione della
cornea lucida dipende la perfetta conoscenza dell'occhio. Deve essa
apparire chiara e trasparente in modo che possiamo rimirare la
pupilla senza alcun impedimento: se poi questa parte è torbida e
coperta l' avrem per indizio che il cavallo sia lunatico , vale a
dire che vada di tempo in tempo soggetto a flussioni (nota 1) in quell'occhio,
il quale in tal caso diviene più piccolo dell'altro, e quindi va a
perdersi indubitatamente senza speranza di guarigione, poiché si
disecca. Talvolta un occhio sembra più piccolo dell'altro, a motivo
che la sua palpebra essendosi per un qualche accidente spaccata nel
riunirsi rimane più stretta. Raramente però ciò accade ed è
facile a non prendere errore, coll'osservare che l' occhio non sia né
torbido né bruno.
Egli arriva spesso, che un cavallo
preso dal cimurro, o col cambiare i denti lattaiuoli , o col mettere
gli scaglioni della mascella superiore, soggiaccia a tale
intorbidamento di vista da supporlo cieco da un occhio, o da
entrambi; col guarire però la ricupera, sebbene siensi dati più
casi d'averla esso affatto perduta a motivo di questi accidenti.
La pupilla, seconda parte dell'occhio,
deve essere grande e larga , onde si possa distintamente osservare.
Formasi talvolta nel fondo dell'occhio
una macchia bianca, detta dragone (nota 2), la quale, avvegnachè piccolissima
nel suo principio, giugne col tempo a coprire la pupilla, ed a
privare irreparabilmente il cavallo della vista.
E' difettoso parimenti l'occhio quando
la sua pupilla è di un bianco verdastro e trasparente; viene allora
indicato col nome di occhio fondo di bicchiere. Un cavallo in questo
stato non è sempre cieco, corre però gran rischio di divenirlo.
Quando il bianco supera il verdastro è detto occhio di pesce e rende
il cavallo di aspetto traditore, e maligno ."
Nota 1 : definizione da treccani.it
flussióne s. f. [dal
lat. fluxio -onis, der. di fluĕre
«scorrere», supino fluxum]. –
Nella vecchia terminologia medica, nome dato a fenomeni congestizî a carattere accessionale o acuto; il termine è tuttora vivo nell’uso pop. per indicare fatti infiammatorî di vario genere, con afflusso di sangue o di altri umori in qualche parte del corpo.
Nella vecchia terminologia medica, nome dato a fenomeni congestizî a carattere accessionale o acuto; il termine è tuttora vivo nell’uso pop. per indicare fatti infiammatorî di vario genere, con afflusso di sangue o di altri umori in qualche parte del corpo.
Nota 2 : Dal libro "Scuola Equestre" di Federico Mazzuchelli:
"Il male del dragone, che è una specie di cateratta , incomincia con macchia bianca nell’ umor cristallino, la quale si dilata coll’addensarsi di questo umore, e della capsula, che lo rinchiude. La parte perde la qualità diafana: gli occhi diventano opachi , e velati da macchie irregolari.
Il male del dragone consiste nella opacità della lente cristallina, prodotta da macchie irregolari, e di diversi colori, le quali a poco a poco rendono opaca la lente; quindi la luce arrestata, non può giungere, alla retina , dove l’impressione per il veder si produce."
Altri post sull'occhio:
Il mondo con gli occhi del cavallo
Il linguaggio degli occhi
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