Scritto da Federigo Mazzuchelli come introduzione al suo libro "Scuola Equestre" (1805)
"Non senza grave danno de' ginnastici
esercizj trovasi trascurata l'equitazione, e sopra tutto negletta
quella diligente, ed opportuna educazione, la quale tende ad istruire
il cavallo, uno de' doni migliori, che la natura generosa ha fatto
all'umana società.
Somma lode, e tutta la nostra riconoscenza si meritarono certamente coloro, che i primi occupandosi di quest'essere singolare lo tolsero alla nativa selvatichezza , e lo resero utile, e dilettevole amico dell'uomo. Fatta si bella conquista le provide cure si rivolsero a perfezionarlo nel vigore , nella disciplina, e nell'istessa bellezza delle sue forme esteriori.
Le ubertose campagne furono da lui solcate. Le ricche merci passarono sul suo dorso alle lontane nazioni. La sua comparsa servì di miglior ornamento ai trionfi. La vittoria spesse volte fu opera del suo coraggio. La nostra salute istessa , ed un piacevole condimento de' nostri ozj noi li ripetiamo spesso dal grato officio, che egli ci presta. Inceppato talvolta il nostro spirito da pigre cure, e da lento torpore, quest'animale obbediente, veloce, ed elegante scuote i nostri sensi aggravati , riaccende in noi il genio lauguente , e risveglia l'attivita, senza cui intentate rimarrebbero anche le opere più utili, e luminose.
Non e dunque da riputarsi frivola, ed inopportuna quell'istruzione, che riguarda l'equitazione, e tende ad istruire coloro , che amano di occuparsene con molta fatica , e particolar cura , e che sensibili alle attrattive del bello , ed alla forza della verità seguono il genio dell'arti , e si arrendono con giubbilo alla ragione, la quale sa trattare, e coltivare l'opere della natura, mentre insegue il pregiudizio mostro difforme , e ributtante procreato dalla grossolana ignoranza , e dalla indolente pigrizia, madri feconde di errori infiniti.
Dalla fisica conformazione di questo quadrupede, e dal suo sentimento morale si ricavano quelle regole, che stabiliscono i precetti della sua vera educazione, i quali tendono a formare ciò, che costituisce un vero cavallo da sella.
Sarà dunque necessario di conoscere preliminamente questa macchina animale dall'arte perfezionabile per farne una scelta opportuna, e per applicare opportunamente le discipline della istruzione.
Molta è la cognizione, che occorre per sapere scegliere nel numero vario, e confuso di questi esseri, mentre non ancora sviluppati dall'età in lor si celan le qualità ricercate, e mentre la natura rare volte prodiga de'suoi doni produce esseri cosi accurati, che degni siano della particolare, e studiata educazione, di cui qui trattasi, e che tende in singolar maniera a sviluppare, e perfezionare i talenti fisici, e morali con felicita disposti, e combinati.
L'oggetto proposto è di mettere la natura , e l'arte a gara, ed in concorso, perché presentino tutto ciò, che di più perfetto possasi da loro ottenere."
Somma lode, e tutta la nostra riconoscenza si meritarono certamente coloro, che i primi occupandosi di quest'essere singolare lo tolsero alla nativa selvatichezza , e lo resero utile, e dilettevole amico dell'uomo. Fatta si bella conquista le provide cure si rivolsero a perfezionarlo nel vigore , nella disciplina, e nell'istessa bellezza delle sue forme esteriori.
Le ubertose campagne furono da lui solcate. Le ricche merci passarono sul suo dorso alle lontane nazioni. La sua comparsa servì di miglior ornamento ai trionfi. La vittoria spesse volte fu opera del suo coraggio. La nostra salute istessa , ed un piacevole condimento de' nostri ozj noi li ripetiamo spesso dal grato officio, che egli ci presta. Inceppato talvolta il nostro spirito da pigre cure, e da lento torpore, quest'animale obbediente, veloce, ed elegante scuote i nostri sensi aggravati , riaccende in noi il genio lauguente , e risveglia l'attivita, senza cui intentate rimarrebbero anche le opere più utili, e luminose.
Non e dunque da riputarsi frivola, ed inopportuna quell'istruzione, che riguarda l'equitazione, e tende ad istruire coloro , che amano di occuparsene con molta fatica , e particolar cura , e che sensibili alle attrattive del bello , ed alla forza della verità seguono il genio dell'arti , e si arrendono con giubbilo alla ragione, la quale sa trattare, e coltivare l'opere della natura, mentre insegue il pregiudizio mostro difforme , e ributtante procreato dalla grossolana ignoranza , e dalla indolente pigrizia, madri feconde di errori infiniti.
Dalla fisica conformazione di questo quadrupede, e dal suo sentimento morale si ricavano quelle regole, che stabiliscono i precetti della sua vera educazione, i quali tendono a formare ciò, che costituisce un vero cavallo da sella.
Sarà dunque necessario di conoscere preliminamente questa macchina animale dall'arte perfezionabile per farne una scelta opportuna, e per applicare opportunamente le discipline della istruzione.
Molta è la cognizione, che occorre per sapere scegliere nel numero vario, e confuso di questi esseri, mentre non ancora sviluppati dall'età in lor si celan le qualità ricercate, e mentre la natura rare volte prodiga de'suoi doni produce esseri cosi accurati, che degni siano della particolare, e studiata educazione, di cui qui trattasi, e che tende in singolar maniera a sviluppare, e perfezionare i talenti fisici, e morali con felicita disposti, e combinati.
L'oggetto proposto è di mettere la natura , e l'arte a gara, ed in concorso, perché presentino tutto ciò, che di più perfetto possasi da loro ottenere."
Approfondimento: Incitatus Il cavallo di Caligola
Caligola fu il terzo imperatore romano
e regnò dal 37 al 42 dc. Il suo vero nome da regnante era Gaio
Cesare. Era noto per la sua stravaganza, eccentricità e
depravazione, diciamo pure che non aveva tutte le rotelle al posto
giusto.
Aveva un attaccamento morboso verso il
suo cavallo Incitaus che era uno stallone da corsa molto veloce, da
questo il suo nome. Alla fine di ogni gara e con la vittoria in
pugno, Caligola organizzava per lui una festa trionfale. Ad un certo
punto della sua vita Caligola sentì il bisogno di avere un erede e
si sposò con Cedonia. Pare che questa fu una scelta difficile in
quanto il sovrano era fortemente indeciso se sposare la donna o il
suo stesso cavallo, nella sua follia pensava forse che lo stallone
potesse dargli il figlio desiderato... mah!
Dopo il matrimonio si convinse che il
cavallo soffrisse per questa sua scelta e si sentisse da lui
rifiutato, e per consolarlo gli fece costruire un palazzo accanto
alla residenza reale. Incitatus aveva una camera da letto in marmo
con una stuoia di paglia enorme per letto, che veniva cambiata ogni
giorno, una mangiatoia d'avorio con un secchio d'oro per bere e le
immagini di artisti famosi sulle pareti. Era avvolto in coperte di
porpora regale e sfoggiava un gioiello tempestato di pietre preziose
al collo. Aveva i suoi schiavi personali che provvedevano ad esaudire
ogni suo capriccio.
Come se non bastassero queste assurde
attenzioni verso il cavallo lo nominò anche Primo Cittadino di Roma
e successivamente Senatore.
A questo si riferiva il Mazzuchelli con le sue parole "... con cui la stravolta immaginazione di Calligola, credè di onorare il suo cavallo..."
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