"Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose e più lontano di quanto vedessero questi ultimi; non perché la nostra vista sia più acuta, o la nostra altezza ci avvantaggi, ma perché siamo sostenuti e innalzati dalla statura dei giganti ai quali ci appoggiamo"

Bernardo di Chartres,1120

venerdì 5 settembre 2014

Definizione di Amazzone


Tratta dal libro "Dizionario Ragionato di Equitazione" opera di Francois Baucher (1796-1873), uno dei più grandi studiosi dell'arte equestre di ogni tempo. E' stato stampato per la prima volta a Parigi nel 1833, cioè solo tre anni dopo l'avvento della prima locomotiva, che poteva raggiungere la velocità di 40 km orari,  la prima macchina utilizzabile in alternativa al cavallo. In quell'epoca il cavallo era ancora estremamente indispensabile per l'uomo nella vita civile e in guerra.


AMAZZONE (Amazone). E’ il nome dato alle dame che montano a ca-

vallo, determinato in modo particolare in rapporto al vestito che indos-

sano per tale attività. Questa denominazione è un ricordo delle fiere Amaz-

zoni che un tempo sovvertirono imperi interi; ma è lontana dall’obbli-

gare il gentil sesso a dimostrare tanto coraggio ed imprudenza quanta ne

dimostrarono, si dice, quelle eroine. L’equitazione è, per le dame, un eser-

cizio salutare che permette allo stesso tempo d’ammirare la loro natura-

le grazia.



Del resto, una donna può montare a cavallo benissimo, ovvero riuscire

a piegare il cavallo a tutte le positure, conservarlo leggero e condurlo con

precisione; ma deve aver cura di salire su un cavallo mansueto e ben am-

maestrato. In primo luogo perché non è nel carattere di questo sesso, timi-

do quanto grazioso, di esporsi a battagliare con il cavallo; poi perché l’ani-

male non tarderebbe ad accorgersi della debole potenza che gli si oppone

e prendere una iniziativa che potrebbe comportare dei rischi.



Così l’abile amazzone non è colei che galoppa sul primo cavallo che ca-

pita lasciandolo a se stesso: tale bravata non è che un’imprudenza che si

tramuterà in invincibile paura a seguito della prima caduta un po’ grave.



La dama che monta bene a cavallo è colei che, senza paure puerili, ma

con prudenza, sceglie la cavalcatura adatta e la dirige con abilità.



Ma questa scelta da sola non basta: mai una dama deve uscire sola; oc-

corre che sia sempre accompagnata da un cavaliere che si collochi alla sua

sinistra: primo perchè la mano destra di quest'ultimo sia pronta a prende-

re le redini per calmare un cavallo che si agiti troppo; secondo per fermar-

lo, se necessario, prevenendo eventuali cadute.



Una dama non può far a meno di un cavaliere, non solo per uscire a ca-

vallo, ma anche per montare in sella; infatti, vediamo come essa deve agi-

re. Dopo aver circondato la forcella sinistra della sella con le redini semite-

se in modo da «sentire» leggermente la bocca del cavallo, essa l’afferra

con la mano destra, con la quale tiene anche il frustino, poi, con la mano

sinistra appoggiata sulla spalla del cavaliere, e il piede sinistro sostenuto

dalla mano di quest’ultimo, si innalza con la gamba destra; tendendo quel-

la sinistra, erige bene il corpo e si siede leggera in sella.



Colà, la sua posizione è semplice e facile; il corpo è eretto, senza forza

e senza affettazione; la gamba destra ricade mollemente davanti alla sella,

e la sinistra si posa sulla staffa, la cui lunghezza deve essere fissata in mo-

do che la coscia sinistra venga a porsi sotto la terza forcella; le braccia ca-

dano senza rigidità lungo i fianchi; il polso sinistro, che trattiene le redini

deve restare uno o due pollici al di sopra del ginocchio; mentre il destro

resta sul fianco. Occorre che il quarto della sella sulla quale ricade la gam-

ba sinistra sia molto corto, affinchè il cavallo possa sentire, se non la pres-

sione della gamba, almeno quella del tallone e dello sperone quando ce ne

sarà bisogno (1).



Tali pressioni aiuteranno il cavallo nei movimenti a sinistra, ed il frusti-

no, compiendo le funzioni della gamba destra, servirà per i cambiamenti

nella direzione opposta. Ma occorrerà farne sentire la presenza, sia con pres-

sioni lente, sia con piccoli movimenti ripetuti dietro le cinghie.



Siccome le dame non possono apprendere a cavalcare senza l’aiuto di

un cavaliere, mi asterrò da maggiori spiegazioni; aggiungerò, quale consi-

glio ai loro istruttori, che bisognerà evitare di rendere le loro lezioni trop-

po monotone, variandole con tutti gli esercizi convenienti. Ora, una dama

può arrivare a condurre un cavallo ben allenato in tutte le figure di maneg-

gio come il più abile cavaliere. Tutte le mie allieve si esercitano nell’Alta

Scuola, e molte di loro hanno raggiunto un’abilità sorprendente. Ma, affin-

chè il passo di lato sia più grazioso, la nostra amazzone deve adattare un

piccolo sperone al tallone sinistro; con questo aiuto, ella può eseguire tutte

le più aggraziate figure, le manovre semplici ed anche le controdanze; que-

ste figure aumentano il piacere della lezione e finiscono per far acquistare

destrezza e sicurezza alla dama.


Affascinate definizione come è affascinate l'epoca in cui è stata scritta, la mia epoca! 
No, non sono così vecchia ma ho sempre pensato di aver vissuto quel periodo in una vita precedente...
Appena un po' maschilista ma tanto romantica :))) Bellissima!!!

mercoledì 3 settembre 2014

Caro Amico ti scrivo...

Oggi è mercoledì e come faccio quasi tutti i mercoledì da tre anni ad oggi, sono andata al maneggio e ho fatto lezione di equitazione. Non è andata come speravo però come in ogni lezione che si rispetti ho imparato qualcosa.
Non sempre è necessario montare cavalli diversi per avere sensazioni diverse, per mettersi alla prova ricercando delle conferme o meno sulle competenze acquisite, lo stesso cavallo può cambiare ad ogni lezione!
Può essere che si sveglia male, si alza col piede sbagliato, forse è nervoso perchè non ha fatto colazione (lo capisco, succede sempre anche a me!), o magari preferisce stare nel suo box in santa pace e non ha proprio voglia di caricarsi qualcuno sulla schiena e scorazzarlo a destra e a sinistra, dritto o flesso, testa su testa giù, al passo, al trotto, al galoppo, alt, passi indietro e poi avanti... che palle!!! Oppure potrebbe avere un qualche dolore o semplicemente un fastidio, ma chissà... non parla !
No, non  parla, ma si spiega benissimo! "Oggi non è giornata"!!!
La prima volta che monti un cavallo è una scoperta, non conosci i suoi pregi e i suoi difetti, il suo carattere, la sua forza... puoi amarlo da subito o imparare ad apprezzarlo nel tempo.
Con Amico non è stato amore a prima vista, però dopo un paio di lezioni pareva che ci fossimo capiti, che ci fosse un equilibrio tra noi, non un rapporto spettacolare ma riuscivo a comunicare con lui, magari con difficoltà però si giocava in coppia. Oggi no!!! Deve aver pensato "Oggi non ho voglia di giocare con te, se vuoi giochi da sola!". Ecco come il tuo caro e ricercatissimo equilibrio va a put...ne! Ecco come smonti anche le poche convinzioni che ti sei duramente conquistato... anzi che credevi di aver conquistato... che delusione!
Eppure ci ho provato... A dire il vero anche la mia giornata è nata un po' storta (ho cominciato col far cadere una sella ed ho finito col rompere una redine... che disastro di donna!), il mio stato d'animo non era dei migliori, vuoi per la pioggia (tanto per cambiare... che estate di m..!), vuoi per qualche scompenso ormonale, e il caro Amico se ne deve essere accorto. I cavalli si sa che percepiscono le nostre emozioni e ne sono condizionati.
Quindi la sua "Oggi non è giornata!" combinata alla mia "Che giornata di m...!" generava un alt ad ogni girata.
Ho cercato di seguire le indicazioni del mio istruttore, "rileva, apri la sinistra, flessione a destra , toccalo, spingi..." o forse no era " fletti a sinistra, apri la destra, gamba (ma quale gamba? boh!) le mani insieme..." , ma come fanno a stare insieme se una deve fare una cosa e l'altra un'altra??? Non riuscivo ad ottenere risultati, grrrr!!! Nervosismo e confusione, pessima accoppiata!
Ultimamente ho letto parecchio sulle tecniche di equitazione, tecniche diverse con principi diversi, teorie diverse, ma in tutte ho sempre trovato l'importanza dell'equilibrio che, insieme all'impulso e alla velocità, è uno dei tre fattori chiave dell'equitazione, l'importanza del rapporto equilibrato che deve esserci tra questi tre elementi... beh, i concetti sembrano semplici nella teoria ma nella pratica è veramento complesso saperli individuare, valutarli e dosarli nel modo corretto... forse ci riuscirò nella prossima vita :(((
Penso che qualsiasi esperienza che fai, anche se non è  pienamente positiva, ti aiuta a crescere (crescere nelle competenze intendo... no, perchè per il resto preferisco restare ancora ragazzina... se posso ;)))
Bene stamattina ho veramente sperimentato cos'è l'equilibrio, è la fusione tra il cavaliere e il cavallo, in questo caso tra me ed Amico... ed oggi ci siamo uniti come l'acqua si unisce all'olio!
Amico caro ti voglio tanto bene anch'io! Alla prossima...

martedì 2 settembre 2014

Prefazione

Eccomi qui di nuovo a scrivere delle mie passioni... nuova passione, nuovo blog!
In realtà l'equitazione non è per me proprio una nuova passione in quanto sono ormai passai quasi tre anni da quando ho scoperto questo nuovo mondo, ma solo ora ho deciso di tenere questo diario.
Perchè lo faccio?
Così... perchè ho voglia di esprimere le mie emozioni.
A chi può interessare?
Probabilmente a nessuno però interessa a me.
L'idea me l'ha fatta venire il mio grande fratello Agostino (grande in tutti i sensi!) quando sono andata a trovarlo dopo tanto tempo che non ci vedevamo. Gli stavo raccontando di quanto fosse importante per me l'equitazione, e travolta dall'entusiasmo devo averlo annoiato a morte tanto che ha cercato di cambiare il discorso chiedendomi
"Ma non cuci più? Non aggiorni più il tuo blog?". Eh sì, ho amato cucire per tanti anni, in modo dilettantistico, creativo, è stato il mio hobby per tanto tempo, ho condiviso le mie esperienze attraverso il mio blog http://www.rosaconfetto.blogspot.it/, ho conosciuto tante amiche anche da luoghi molto lontani, alcune di queste ho avuto la fortuna di incontrarle e con una in particolare ho costruito un vero rapporto di amicizia, Davida. Insomma il blog mi ha dato tanto e anche se non l'aggiorno più da oltre tre anni, ancora è seguito, ogni tanto lo sfoglio, rileggo qualche vecchio post e sono felice di aver fissato in qualche modo dei bei ricordi.
Ma tornando ad Agostino, alla mia risposta che no, non gestivo più il blog mi ha detto "Peccato... mi piaceva leggero e lo facevo vedere anche ai miei amici...". Che orgoglio! Mio fratello, genio dell'informatica, che si complimenta con me per un semplice blog e lo pubblicizza anche ai suoi amici... uauuuu!
Poi ha aggiunto "Allora creane uno nuovo per l'equitazione!".
Ah sì, e cosa avrei da dire? Non ho compenze in materia, sono solo una principiante e nemmeno tanto portata, ogni minimo progresso è frutto di una dura battaglia. Per usare una metafora direi che per avere una buona compenza equestre bisogna possedere tutta l'Italia ed io ho conquistato fin'ora solo la Valle d'Aosta.
Tecnicamente non ho nulla da insegnare, però ogni volta che torno a casa dopo aver montato e mi chiedono "Com'è andata?", che tradotto significa "Sei sopravvissuta anche questa volta? Sei caduta?", vorrei raccontare delle mie sensazioni, trasmettere il mio entusiasmo per qualche soddisfazione ottenuta, o la mia delusione per qualche cosa che non ho saputo fare... ma chi non è stato incantato come me dalla magia dell'equitazione non riesce a capire, non faccio una colpa a nessuno per questo, anzi ... io sarei uguale se mi parlassero, che ne so... di pesca o di calcio.
Ecco come un blog può diventare il mio diario dove posso trasferire le mie emozioni e ricordarmele per sempre!
Lo faccio per me stessa, ma è aperto anche a chi ha voglia di leggermi, senza subire la pesantezza di argomenti che appartengono solo a me...