"Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose e più lontano di quanto vedessero questi ultimi; non perché la nostra vista sia più acuta, o la nostra altezza ci avvantaggi, ma perché siamo sostenuti e innalzati dalla statura dei giganti ai quali ci appoggiamo"

Bernardo di Chartres,1120

sabato 28 febbraio 2015

Il cavallo pensa?

"Il cavallo pensa?" è il titolo di un capitolo del libro "Spettacolo a cavallo" di Giancarlo Pretini del quale ho già parlato qui.

In questo capitolo ho trovato delle informazioni quantomeno curiose che ho poi approfondito nel web.


Si racconta di un signore tedesco Wilhelm von Osten, insegnante di matematica e addestratore di cavalli, che verso la fine del 1800 cercò di penetrare nella psiche del cavallo.  Egli adottò un suo sistema di istruzione elementare per insegnare al suo stallone russo Hans Clever (Gianni l'intelligente) le regole fondamentali dell'artimetica, il calcolo di frazioni, radici quadrate e cubiche. Hans oltre a questo imparò a risolvere problemi abbastanza complessi e a capire la lingua tedesca, sapendo rispondere alle domande del suo interlocutore attraverso un alfabeto numerico fatto di battute con gli zoccoli.

Hans davani alla tavola alfabetica
Wilhelm von Osten portò il suo cavallo prodigio ad esibirsi in tutta la Germania suscitando grande interesse  clamore, stupore, perplessità e scetticismo. Ormai anziano e deluso per i mancati riconoscimenti della scienza, egli cedette il suo stallone ad un combattivo seguace delle sue teorie: il ricco gioielliere Karl Krall di Elbefeld il quale potenziò a dismisura la "scuola di matematica e di lingua" ottenendo, con i suoi stalloni arabi Muhamed e Zarif, risultati stupefacenti. 


La vicenda suscitò scalpore e portò nel 1904 alla costituzione di una commissione di studio composta da esperti di psicologia, fisiologia, veterinari. La commissione stabilì che non vi erano trucchi, confermarono l'autenticità dei fatti poiché il cavallo eseguiva i calcoli anche in assenza del suo padrone.
I due addestratori/ricercatori documentarono tutte le loro teorie con verbali, saggi, articoli scientifici, riportando per filo e per segno, con molta trasparenza, le tecniche usate per ottenere i "miracoli pensanti" dai loro cavalli. Tutta la materia è stata pubblicata nel libro "Animali pensanti" (Denkende Tiere) nel 1912, riuscendo a ottenere una grande attenzione dal mondo scientifico, incuriosito dal fenomeno. Molti studiosi si recarono allora a Elberfeld per rendersi conto di persona delle capacità dei cavalli. Tra questi anche due psichiatri italiani:  Giulio Cesare Ferrari che dedicò molto spazio all'argomento nella sua rivista di psicologia, e il fondatore della Psicosintesi Roberto Assagioli che cercò di dare una spiegazione al fenomeno ricorrendo a varie ipotesi: attività subcosciente dei cavalli, cerebrazione automatica, telepatia, ingelligenza.
Commentando ciò che aveva potuto osservare scrisse questa bellissima frase:

"Osserviamo con pazienza ed educhiamo con amore gli animali; la scienza non vi perderà affatto la sua serietà e il suo rigore, non vi perderà che la presunzione con cui ha chiamato 'sapiens' soltanto l'uomo. E chinandosi umili ad interrogare gli esseri inferiori, potrà forse comprendere l'oscuro messaggio dell'anima umana, potrà sollevare facilmente un altro piccolo lembo del gran velo del mistero"

Da ulteriori test fatti dallo psicologo e biologo Oskar Pfungst, si scoprì che i cavalli preparati dai due tedeschi rispondevano esattamente alle domande anche se poste da una persona qualunque ma avevano grosse difficoltà a farlo quando la persona era fuori dal campo visivo del cavallo stesso o non conosceva la risposta. 
Riporto ciò che ho trovato qui:

Pfungst continua gli esperimenti osservando attentamente le interazioni delle persone con Hans e scopre che, ad ogni domanda, il respiro, la postura e l’espressione facciale delle persone che sono vicine ad Hans e che conoscono le risposte, cambiano ogni volta che lo zoccolo batte per terra, mostrando un leggero ma evidente aumento della tensione interiore. Quando Hans batte lo zoccolo dando la risposta giusta la sottile tensione, che anche Pfungst ha notato, scompare. E sembra proprio che Hans si accorga di ciò, fermando il battere del suo zoccolo, appunto sulla risposta giusta. Pfungst rileva che questa sottile tensione non è presente sul volto della persona che pone la domanda ma non conosce la risposta, e ciò fa pensare che in questo modo ad Hans venga a mancare lo stimolo per dare la risposta corretta.
Gli esperimenti di Pfungst indicano che il cavallo non ha nozioni di matematica, ma “solamente” un intuito ed una sensibilità straordinari, quelli si davvero fuori dalla norma. Hans non fa uso del suo intelletto per dare le risposte corrette, ma più semplicemente è molto recettivo ai sottili, inconsci segnali che sono sempre presenti in una persona che fa una domanda e conosce la risposta. Ciò indica che Hans, ed i cavalli in genere, hanno un’elevatissima sensibilità nel comprendere il linguaggio corporeo e forse ciò è dovuto alle interazioni sociali, che sono parte essenziale della vita di branco
.

Oggi si parla comunemente di "effetto Clever Hans" per indicare i comportamenti apparentemente intelligenti di animali o persone che rispondo correttamente alle richieste dell'interrogatore ma che in realtà sono comportamenti indotti involontariamente dal linguaggio del corpo dell'interrogatore stesso.

Che il cavallo abbia un'intelligenza elevata è stato dimostrato da uno studio realizzato dall'università di Oxford e pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, nel quale è emerso che lo sviluppo cerebrale degli animali è direttamente proporzionale alla loro maggiore o minore interazione sociale, che gli animali con più materia grigia sono quelli che tendono a vivere in gruppi sociali relativamente stabili. Il cavallo risulta essere il secondo animale più intelligente, dopo la scimmia, e seguito dal delfino, dal cammello e dal cane che si piazza solo al 5° posto.

Note:
qui la documenazione dettagliata in inglese
qui Giulio Ferrari e i cavalli pensanti
qui Roberto Assagioli libro biografico
qui un bell'articolo sulla comunicazione facilitata

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