"Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose e più lontano di quanto vedessero questi ultimi; non perché la nostra vista sia più acuta, o la nostra altezza ci avvantaggi, ma perché siamo sostenuti e innalzati dalla statura dei giganti ai quali ci appoggiamo"

Bernardo di Chartres,1120

domenica 11 gennaio 2015

Il mondo con gli occhi del cavallo


Il cavallo ha una visione del mondo che lo circonda differente da quella dell'uomo.
Questo perché i meravigliosi e affascinanti occhi del cavallo sono molto diversi dai nostri, lo sono sicuramente come grandezza, ma non è questo a generarne la differenza di visione, bensì la loro posizione laterale sulla testa.

Questa collocazione gli consente di avere un campo visivo orizzontale panoramico quasi totale. Riesce infatti a vedere frontalmente con una visione binoculare, lateralmente e posteriormente con una visione monoculare. Rimane solo un cono buio frontale di poche decine di centimetri, dovuto alla posizione arretrata degli occhi rispetto alla fronte, ed un arco cieco posteriore poco più ampio della larghezza della groppa del cavallo.
Frontalmente gli assi visivi dei due occhi si sovrappongono (quindi guarda con entrambi gli occhi = visione binoculare) formando un angolo di circa 70 gradi nel quale l'animale ha una visione simile a quella umana, tridimensionale, che gli permette di distinguere le profondità degli spazi, di vedere molto lontano e di mettere a fuoco i dettagli. 



Il campo visivo laterale è invece controllato dal singolo occhio (visione monoculare) che, avendo l'orbita rotante, consente di vedere un arco di spazio molto ampio (circa 140 gradi) permettendo di avere una buona visione posteriore. Ciascun occhio, in questo arco di spazio, ha una percezione visiva indipendente ma bidimensionale, cioè piatta, con pochi dettagli, senza profondità e non fornisce una precisa rilevazione delle distanze anche se riesce a cogliere bene ogni piccolo movimento (questo è il motivo per cui il cavallo a passeggio all'aperto in giornate ventose può essere più nervoso). Ciascun occhio quindi lavora in modo indipendente e trasmette dei segnali al cervello che non sono uguali a quelli inviati dall'altro occhio. Ecco perchè, soprattutto quando c'è qualcosa che spaventa il cavallo, è importante che egli possa osservare l'oggetto che gli crea ansia con entrambi gli occhi. Ci sono azioni che il cavaliere compie per abitudine solo a sinistra del cavallo, come montare o passeggiare tenendolo alla corda, che sarebbe però opportuno eseguire ad entrambi i fianchi dell'animale.
Rimane  un  cono cieco che ha origine frontalmente, all'incrocio dei due assi visivi laterali, e si apre con un angolo di circa 40 gradi lasciando scoperta la visione posteriore. Ciò significa che se il cavallo guarda un oggetto molto vicino, in zona frontale, egli non lo vede perchè questo ricade nel cono d'ombra. Inoltre il cavallo non è in grado di vedere cosa succede dietro a lui e per questa ragione  è necessario fare molta attenzione quando ci si avvicina a lui dal retro. In questo caso è sempre opportuno usare la voce per segnalare la nostra presenza. Per poter vedere un oggetto posto in queste zone d'ombra il cavallo gira la testa a destra o a sinistra per farlo rientrare nel campo visivo.

La posizione degli occhi influenza anche le capacità visive sul piano verticale: il cavallo è in grado di vedere avanti a sé e dove appoggia gli arti anteriori ma non può vedere a livello della propria fronte. Quindi il cavallo ha un buon controllo visivo di ciò che ha davanti a se solo se tiene il suo naso flesso oltre la verticale, in caso contrario riuscirebbe a vedere soltanto il terreno. Per guardare meglio lontano alza la testa, è questo uno dei motivi per cui è opportuno lasciare estendere l'incollatura durante un percorso ad ostacoli.

La parte colorata evidenzia il campo non visibile dal cavallo

Al buio vede meglio di quanto vede l'uomo ma la capacità di adattarsi alle variazioni di luce è molto più lenta, questo spiega la paura del cavallo ad entrare in un luogo poco illuminato, per esempio il trailer, e lo scarto o l'improvviso arresto arresto di fronte ad un raggio di sole.

Come la maggior parte dei mammiferi, il cavallo ha una visione dicromatica, cioè che utilizza i canali bianco-nero e giallo-blu, mentre gli esseri umani possiedono una visione tricromatica che aggiunge il canale rosso-verde. Questi animali quindi non sono in grado di percepire tutta la gamma dei colori visibili dall'uomo. Da ricerche effettuate, i colori che hanno prodotto maggiori reazioni avverse sono il giallo, il bianco, il blu e il nero, mentre il grigio e il verde sono più graditi, come il marrone e il rosso. 



le fonti:
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_81_allegato.pdf
http://www.cavallo2000.it/detail/com_il_mondo_visto_dagli_occhi_di_un_cavallo-id_1212.htm
http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1324
http://danielemarzoli.altervista.org/index_file/07%20-%20Come%20vediamo%20i%20colori.pdf
http://horseason.com/il-cavallo 

Altri post sull'occhio: 
Gli occhi del cavallo secondo La Guèrinière
Il linguaggio degli occhi

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